ero nella seconda media ma da mesi ormai non frequentavo piu la scuola, non perche andavo male anzi
ero sempre durante i miei anni di scuola a Milazzo il primo della classe ma ormai essendo
imminente la partenza non cera piu motivo di continuare in Italia una classe che dovrei ripetere lo stesso
in America.in quei tempi i ragazzi a Milazzo per il 95% crescevano in uno stile di vita attiva, non cerano le
tecnologie di oggi,a tenerci attaccati ai computer ai tablets o telefonini etc,si giocava per strada,si
facevano le corse a piedi o con le carriole, sguizzavamo per la marina Garibaldi con i motopattini facendo
impazzire il capoguardia Buccafusca,,giocavamo
al Miccio,al sciuscio,a buttare le monetine ai quadrati o alla linea,alla gimkana disegnata nei
pavimenti dei marciapiedi con il gesso spingendo le lattine con le dita,giocavamo alla bandiera che attaccavamo
immaginandola ai lampioni, giocavamo alla 'miricanata" o ai "ladri e carabinieri",giocavamo con i paloggi o con
spade e scudi di legno facendo battaglie anche dentro il castello,ma le due attivita' che dominavano erano
il mare, la pesca e il nuoto, ancora di piu incontrastato numero uno era il calcio.in via Scopari si giocava al
calcio ogni giorno,alle partitelle o magari solo a testate in porta o contro il muro a chi ne dava di piu,oppure
in giochi inventati come il
mini tennis o il mini basket, allora nelle strade non esisteva nessun traffico, in via scopari passava solo una
macchina due volte al giorno alla mattina e alla sera ed era di don Stefanino D'amico che noi chiamavamo con il
nomignolo di dhuddula, quando si avvicinava la sua macchina gettavamo il grido di allarme "dhuddula ce' dhuddula"
e ognuno si allargava,passando la sua macchina si ritornava indisturbati a giocare.
giocando al calcio in via scopari era giocare ma non era giocare al vero calcio come invece si giocava al
"campicello" dove spesso si andava a giocare quando eravamo abbastanza numerosi per due squadre o quando
dovevamo giocare una via contro unaltra via o un rione contro unaltro rione,indimentibili gli scontri contro il
vaccarella , il borgo,la marina garibaldi, il quartiere per noi era come una spina nel fianco, ci battevano quasi
sempre,erano fortissimi con Pipireddu goleador e dribblista imbattibile principino del campicello forse perche ci
abitava a lato e giorno e notte mattina a sera era sempre li' a giocare a sviluppare le sue
doti calcistiche.
il "campicello era la nostra vita,il centro della nostra vita,una vita molto attiva,una vita in un mondo
pulito e non inquinato,eravamo magri come stecche ma forti come il ferro e crescevamo cosi', forti nel fisico
e forti anche in testa ,eravamo superstiti della guerra , superstiti del dopoguerra e pronti per essere superstiti
delle incertezze del futuro, erano tempi duri, una vita di stenti ma chi se
ne fregava, era la vita piu bella di tutte quelle che uno si poteva mai immaginare.
purtroppo come tutte le cose belle anche quella dovette un giorno finire, per me il 22 maggio del '56, una settimana prima
di partire giocai al campicello l'ultima partita,contro una squadra della marina garibaldi,quella partita mi e' rimasta
impressa per sempre nei miei ricordi filo e per segno di come e' andata, la giocai con il cuore alla gola
perche sapevo di dover partire tra pochi giorni e non risparmiai niente lasciando il mio cuore e il mio sudore in
quel bellissimo campetto,ritornando a casa quella sera con la tristezza di sapere di dover partire ma con la gioia
sapendo che mi sarei portato con me ovunque sarei andato il bellissimo e incancellabile ricordo di aver vinto
la mia ultima partita nel campicello del quartiere di Milazzo.
ritornai a Milazzo tre anni dopo ma il campicello non cera piu',vittima dell'edilizia, un'industria a cui
la vita dei ragazzi di Milazzo non conta niente,un'industria che dovunque ce' un francobollo di terra libera
ci devono costruire sopra un francobollo di casa. volendo anche dopo aver costruito alcune costruzioni cera ancora
abbastanza spazio vuoto per ricavarne un altro campetto di gioco ma ancora ebbe sopravvento la non importanza
della vita dei ragazzi Milazzesi quindi ignobilmente vi costruirono sopra dei parcheggi.
inutile dirlo provai una tristezza e una nostalgia indescrivibile era come se fossi stato derubato due volte
una di aver dovuto partire e l'altra dopo esser ritornato di non ritrovarlo piu'. poco dopo scrissi una poesia
e la conservai nelle pagine di un libro.ritornato in america alcuni anni dopo, verso la meta' degli anni 60,uscirono le
macchine di registrazione sonora, costavano molto ma gia' lavoravo e ne comprai una,una webcor, tra le mie prime registrazioni
fu' la poesia del campicello , non ricordo esattamente ma avevo piu o meno ventidue,ventitre anni.
questa e' quella registrazione originale che ho recentemente ritrovata,e' una poesia di poche strofe, piccola ma sentita, scritta e recitata con il cuore.
la dedico a tutti gli amici di quei tempi con cui ho passato tanti bellissimi giorni di tempi che non ritorneranno piu'
la dedico a mio zio Nino sempre presente a giocare quelle partite con me nonostante fosse nove anni piu grande di me
e scomparso nel 2005,
la dedico a lui e agli altri compagni scomparsi della via scopari,i fratelli Nino e Pippo cusumano,Salvatore Irato,
Giacomo Maisano, ai compagni viventi, Giacomo e Santino Cusumano,Nino Irato,Russo Benito ,Stefano"cefaleddu" Giardina e anche ad
avversari degni e fortissimi come Nino Giardina,Salvatore Di Flavia e Gianni Irato,'Pipireddu'il Pele' o "Rivera" del "Campicello"
e per ultimo la dedico anche all'amico Francesco Cento che abitava proprio accanto al campicello di cui anche essendo
piu grande di me di diversi anni mi ricordo benissimo di vederlo spesso mentre che andavo o venivo o giocavo in quell bellissimo campetto dietro casa sua.
Salvatore Cento
NEW York 19 Luglio 2015